Caro lettore,
benvenuto in questo blog!!!
Che tu sia una madre o un padre, un nonno o uno zio, o semplicemente un adolescente o un giovane adulto desideroso di scoprire argomenti sulla genitorialità, spero che questa pagina possa aiutarti, portando un piccolo cambiamento nella tua vita.


Q
uesto Bolg nasce dall'esigenza di creare uno spazio di conoscenza, sensibilizzazione, riflessione e confronto su tematiche che riguardano la genitorialità. Quindi il contributo di ogni lettore può essere di grande aiuto per migliorare o creare discussioni su temi specifici.

L'essere genitori oggi porta ogni persona a mettersi in discussione con sè stesso e nel rapporto con il partner e il figlio.
Spesso si è assaliti da mille dubbi e interrogativi su quale sia la strada giusta da seguire nell'educazione di un figlio. Nessuno ci insegna come essere bravi genitori, l'istinto ci guida, la nostra storia di figli ci porta a ripetere o modificare l'educazione che abbiamo ricevuto.
Sicuramente l'amore che si prova verso il proprio bambino rappresenta la bussola che ci guida nel cammino verso la crescita.
Tante volte tuttavia questo grande amore ci induce ad essere a volte troppo protettivi e permessivi, altre volte troppo severi.
Come trovare il giusto equilibrio?

Sicuramente il confronto con professionisti e l'informazione su temi dell'educazione permettono di sentirsi più sicuri nello svolgere l'importante ruolo del genitore.

Anche questo blog può rappresentare un'utile spazio dove poter eprimere i propri dubbi e le proprie perplessità, dove poter chiedere un supporto per superare una fase critica della vita familiare.
Conflitti tra genitori e figli, difficoltà di gestione del proprio bambino, la nascita di un bambino diversamente abile, la separazione....sono eventi che mettono a dura prova l'armonia familiare e individuale.
In questi momenti critici spesso si crede, erroneamente, che non vi sia una via d'uscita. Si ha quasi il timore di richiedere l'aiuto di uno Psicologo, un professionista formato all'ascolto e al supporto nelle fasi delicate del ciclo vitale.
Attraverso un percorso psicologico si può trasformare la sofferenza in risorsa.
...Non avere il timore di chiedere aiuto...parlare, esprimere le proprie emozioni permette di confrontarsi, ridimensionare e dare nuovi significati agli eventi...
...Chiedi un aiuto psicologico per sciogliere i tuoi dubbi e/o superare i tuoi disagi...

Dr.sa Chiara Alcini
Si riceve per appuntamento a Pescara e Roseto
Per info Tel. 329-7795801

domenica 11 dicembre 2011

CAMBIO VITA

Cambio Vita è un servizio offerto a tutti coloro che sono stanchi di passare inosservati tra le persone e che desiderano finalmente sorprendere gli altri.

Un èquipè ti aiuterà a:

- Scoprire e valorizzare gli aspetti positivi del tuo carattere e della tua fisicità;
- Migliorare il tuo modo di comunicare e porti in relazione agli altri;
- Far in modo che le persone si creino un'opinione positiva su di te, prima ancora di esservi conosciuti;
- Creare o ristrutturare il tuo stile personale;
- Migliorare il tuo look,

....se non ti ritieni una bellezza... se gli altri hanno un'opinione pessima di te....se pensi di non essere giustamente apprezzata agli occhi degli altri...



. . . NOI POSSIAMO LAVORARE SU QUESTO . . .



CHIAMACI E TI DIREMO COME . . .

VISITA IL SITO
http://cambiovita.oneminutesite.it/


Dott.ssa Chiara Alcini

Psicolga Clinica

venerdì 16 settembre 2011

"Sicurezza Stradale: In rete per la vita" Giornata di Promozione alla guida Sicura

Giornata di Promozione alla Guida Sicura
Il 24 Settembre 2011 dalle ore 10,00 alle ore 20,00,
in piazza della Rinascita a Pescara
, il Comune di Pescara in collaborazione con l'équipe di Psicologi, Dott. Chiara Alcini, Dott. Carmela Di Blasio, Dott. Federica Mazzatenta, organizza una giornata all'insegna dell'informazione, promozione alla Guida Sicura.
Programma:
ore 10,00
Saluto delle Istituzioni
Vicesindaco Berardino Fiorilli Assessore Roberto Renzetti

ore 10,15
Sicurezza Stradale: un progetto nelle scuole
Dott.ssa Chiara Alcini Dott.ssa Carmela Di Blasio Dott.ssa Federica Mazzatenta

10.30
MISERICORDIA DI PESCARA E VIGILI DEL FUOCO Di PESCARA
Simulazione di Incidente Stradale e Primo Soccorso

11,00
EQUIPE’ PSICOLOGICA
Il Chi e il Come della Sicurezza Stradale

11,15
Dott. CHERUBINI - 118 Abruzzo Soccorso, Azienda USL di Pescara
Incidente stradale e danni fisici

11.30
Com. MAGITTI, Mar. DI MATTEO- Polizia Municipale di Pescara
Fattori di rischio alla Guida

11.45
VOLONTARI DELLA MISERICORDIA di Pescara
Percorsi in quad

16.00 - 20,00
GAZEBO INFORMATIVI - PERCORSI PER BAMBINI
Adolescenti in strada: prevenire informando con l’Equipè di Psicologi
Imparare giocando: percorsi in quad con i Volontari dellaMisericordia
Imparare giocando: percorsi in bici con la Polizia Municipale

Nella giornata verranno distribuiti gadget

Per Info :
psicologa.alcini@gmail.com
Tel. 329-7795801

lunedì 18 aprile 2011

Il tradimento nella coppia: la mia coppia va in crisi

i>Anche quest'anno durante il mese di Maggio aderisco al Maggio di Informazione Psicologica (http://www.psicologimip.it.), proponendo due iniziative gratuite per chi ha voglia di mettersi in gioco, sperimentarsi e confrontarsi sui Disturbi del Comportamento Alimentare e il Tradimento nella coppia.
Gli incontri prevedono due gruppi esperenziali, che si terranno in due sabati del mese di Maggio. E' obbligatoria la prenotazione, poichè i posti sono limitati a 10 persone.
Di seguito qualche informazione in più sugli eventi:


Il tradimento: la mia coppia va in crisi.

Sabato 07/05/2011 dalle ore 16,00 alle 18,00
presso lo Studio di Psicologia situato in Via Italica, 75 Pescara


La rivelazione o la scoperta del tradimento è un’esperienza drammatica, e provoca intense e imprevedibili emozioni, che possono variare dalla rabbia intensa alla vergogna, dalla tristezza all’angoscia, al risentimento.
E’ spesso un episodio devastante per la persona ferita, che sconvolge la percezione di sé stessi, della propria relazione di coppia e del proprio partner. Dall'altra parte, il partner coinvolto nel tradimento, sperimenta un cambiamento nella percezione di sé come persona onesta e dei propri valori personali, prova spesso intensi sentimenti di colpa e confusione sulle cause che lo hanno portato al tradimento.
Come affrontare al meglio questo evento? Quali strategie relazionali e comunicative permettono di gestire questo cambiamento che coinvolge la coppia?
Il gruppo esperenziale permetterà di confrontarsi sulle dinamiche psicologiche e relazionali conseguenti al tradimento, permettendo ad ogni partecipante di sperimentarsi in role playning per gestire le emozioni conseguenti a questo evento.


Prenotazione obbligatoria - Posti Limiti
L'incontro è condotto dalla dott.ssa Alcini, Di Blasio e Mazzatenta

Per info e prenotazioni
psicologa.alcini@gmail.com
Tel. 329/7795801

martedì 29 marzo 2011

Mio figlio lo mando all'asilo?

La famiglia moderna ha subito negli anni una metaformosi radicale legata ai cambiamenti socio-economici e culturali che hanno attraversato il mondo. Nella società moderna troppo spesso entrambi i genitori si trovano, o per scelta o per necessità, a dover lavorare.
Con la nascita di un figlio la madre lavoratrice ha diritto ad un periodo di maternità, durante il quale si occupa del bambino ed è attenta ai suoi bisogni primari. La maternità putroppo ha una durata limitata ed il genitore si trova avvolto in un intreccio di dubbi, perplessità e paure.
"Ma quando la maternità finisce, cosa faccio?" Si domanda ogni madre che deve tornare a lavoro, "Prendo l’apettativa? Lo mando al nido? Prendo una baby sitter? Impegno totalmente la nonna?" Padre e madre si ritroverranno a confrontarsi sui pro e contro di qualsiasi alternativa, cercando insieme la scelta migliore frutto di una valutazione, il più possibile completa.
Ma i lati della medaglia sono due: ogni scelta ha una ha i suoi limiti e le sue risorse, i suoi lati positivi e negativi.
I genitori del bambino spesso optano per la scelta combinata di nido e nonni, una scelta molto occulata e completa che tiene conto dei bisogni psicologici, emotivi, relazionali che un bambino di 1, 2, o 3 anni.
Infatti se da un lato i nonni potrebbero essere una presenza importante, affettuosa e attenta ai bisogni emotivi e psicologici del bambino, dall’altra ogni genitore deve comprendere che un nonno non può soddisfare ogni esigenza del piccolo, soprattutto quella riguardante la condivisione, l’interazione e la socializzazione tra pari. E la scelta del permeterebbe di offrire al bambino un contesto attento ai suoi bisogni.
Decidere in quale nido portare il bambino è una scelta che spetta in primis ai genitori, che devono ponderare la decisione indipendentemente da eventuali pressioni esterne, con l'unica finalità di assicurare al proprio bambino un ambiente sicuro e conosciuto da poter lentamente eplorare. Entrando all'asilo il bambino fa un importante passaggio: si sposta dall'ambiente familiare e conosciuto, a quello nuovo dell'asilo, che gradualmente lo porterà alla scoperta di un mondo diverso. Un nido fornisce la possibilità al bambino di relazionarsi con i propri pari, di ricevere stimoli da parte di professionisti che lo possono guidare all’apprendimento.
Come scegliere un nido?
In genere si tratta di strutture organizzate, protette, sottoposte a controllo, con personale qualificato, abbastanza simili l' una all'altra, per cui la scelta può essere orientata in base alla vicinanza alla propria abitazione o al posto di lavoro, o alla conoscenza diretta o indiretta della struttura (es. conoscenti che abbiano avuto esperienza con la medesima struttura).
Ogni bambino prima di essere lasciato in un nido deve affrontare una fase di " inserimento": è questo un momento molto importante e dlicato, sia per il bambino sia per i genitori. È di fondamentale importanza che essi instaurino una relazione sicura, positiva e fiduciosa con tutto il personale del nido, dal momento che il genitore è sempre la figura di rifermento del bambino.
La possibile tensione, diffidenza e gelosia di un genitore che non riesce a vivere in modo costruttivo questo momento, rappresentano una fonte di difficoltà per il bambino nell'affrontare la nuova situazione e nel costruire nuove relazioni.
Durante la fase di inserimento il bambino, osservando i comportamenti e gli atteggiamenti della figura di riferimento – madre o padre- si costruisce una idea della qualità della relazione tra il genitore e gli educatori. Una relazione serena e fiduciosa tra gli adulti gli consentirà di essere sereno anche quando il genitore, progressivamente, si allontanerà. Il percorso di inserimento ha una notevole importanza, e deve avere una durata di almeno due settimane; si possono fare limitate eccezioni in casi particolari.
Nel rapporto tra i genitori ed il personale del nido deve instaurarsi la fiducia, ed essa deve essere visibile soprattutto quando al mattino si affida il bambino alla struttura e quando alla sera si va a riprenderlo. La mattina il distacco non deve essere frettoloso: occorre evitare di lasciare il bambino al nido senza neppure salutarlo, poiché ciò creerebbe un senso di insicurezza nella percezione del distacco da parte del bambino. Parimenti sarebbe errato aspettare fino a quando il bambino inizia a piangere per dimostrare, soprattutto a se stessi, quanto il bambino sia attaccato al genitore e quanto il genitore sia insostituibile.
Dopo il periodo dell'inserimento, spesso il bambino si comporta al nido diversamente da come si comporterebbe a casa. Capita di sentir dire da una mamma: "Come è possibile? Al nido mio figlio mangia tutto, mangia da solo, rispetta le regole…mentre a casa è una lotta continua!".In realtà questa differenza di comportamento è un aspetto che si risocntra molto frequentemente, poichè il bambino semplicemente adatta i suoi schemi comportamentali alle richieste dei diversi ambienti. Nel nido c'è un contesto relazionale diverso rispetto alla famiglia, il rapporto con l'educatore viene condiviso con gli altri compagni, l'adulto che accudisce cambia a seconda dell'orario e del ruolo, ci sono altri bambini con cui ci si confronta, ci sono bambini più grandicelli che vengono assunti come modelli da imitare, e che a loro volta assumono un atteggiamento protettivo verso i piccoli.
Il bambino sa invece che quando è a casa il suo rapporto con i genitori è esclusivo: mamma e papà sono unici, irripetibili, indispensabili.
Questo aspetto un geniotore non dovrebbe mai dimenticaticarlo; egli spesso ha il timore di perdere o veder affievolire il rapporto con il figlio. Ciò non accade mai, perché per il bambino l’educatore, lo psicologo, l’operatore del nido sono figure importanti, ma non insostituibili, mentre il genitore è insostituibile, e l'amore che prova il bambino per lui è qualcosa di talmte profondo e unico da non potrà essere rivolto verso nessun altra figura professionale che si accosti a lui..

Dott.ssa Chiara Alcini
Dott.ssa Carmela Di Blasio
Dott.ssa Federica Mazzatenta

giovedì 17 febbraio 2011

Ritrova te stesso per combattere la tristezza

Ci sono dei momenti in cui la vita non sembra avere alcun senso...sentiamo un vuoto interiore, un tristezza che ci accompagna in ogni attimo della giornata...E più desideriamo che tutto cambi, più tutto ci appare sempre uguale, senza senso, senza emozione, doloroso, ingiusto...Pensiamo ai sogni che avevamo da bambini o da ragazzi e la tristezza aumenta e invade il nostro cuore. Siamo ormai grandi e tutto quello che avevamo deisiderato per noi è finito in un dimenticatoio nascosto della nostra coscienza...
Ognuno di noi ha attraversato periodi bui nella propria esistenza. Il nostro stato d'animo ci aver indotto ad attribuire una valenza spropositata a quello che accadeva, e talmente concentrati a percepire la sofferenza, non ci accorgevano delle cose belle che abbiamo vicino.

La tristezza è un'emozione che fa parte della vita, dobbiamo imparare a gestirla ed esprimerla, come la gioia o la felicità. Sicuramente è più difficile piangere, o ammettere che c'è qualcosa nella propria vita che non va.
Quando però accade che tale emozione persiste da molto tempo e inizia a influenzare negativamente l'ambito lavorativo, sociale e affettivo rischiamo che si possa insinuare in noi un disagio più grande della semplice tristezza...un disagio chiamato DEPRESSIONE!!!
Ma prima che ciò avvenga, quando sentiamo che c'è qualcosa che ci rattrista proviamo a chiederci
"Ma è questa la vita che vogliamo continuare a vivere? Un vita dove tutto appare senza colore, senza emozione?"
Ognuno è il protagonista attivo della sua vita...ognuno ha il potere di cambiare quegli aspetti che vorrebbe vedere diversi.
Imparare a dedicarsi del tempo del sè, dove si rimane in silenzio con il proprio Sè, potrebbe aiutare a ritrovarsi...a ritrovare quei sogni che avevamo da bambini..a ritrovare la spontaneità di un tempo...la felicità di quando eravamo piccoli...E forti di queste emozioni possiamo provare a guardare quello che ci circonda con occhi diversi...iniziando a guardare con il cuore il mondo..gli altri...
Le cose che ci faranno stare male non cambieranno, ma possiamo provare a modificare la modalità con cui ci accostiamo alla vita, alla tristezza...
E se proprio abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti, possiamo chiedere un sostegno ad un familiare, un amico, un'insegnante, un medico, e perchè no...ad un professionista formato per superare il disagio: Lo psicologo.

Dott.ssa Chiara Alcini

giovedì 10 febbraio 2011

Maggio di Informazione Psicologica: Gruppi Esperenziali Gratuiti

Anche quest'anno durante il mese di Maggio aderisco al Maggio di Informazione Psicologica (http://www.psicologimip.it.), proponendo due iniziative gratuite per chi ha voglia di mettersi in gioco, sperimentarsi e confrontarsi sui Disturbi del Comportamento Alimentare e il Tradimento nella coppia.
Gli incontri prevedono due gruppi esperenziali, che si terranno in due sabati del mese di Maggio. E' obbligatoria la prenotazione, poichè i posti sono limitati a 10 persone.
Di seguito qualche informazione in più sugli eventi:


Il tradimento: la mia coppia va in crisi.

Sabato 07/05/2011 dalle ore 16,00 alle 18,00
presso lo Studio di Psicologia situato in Via Italica, 75 Pescara


La rivelazione o la scoperta del tradimento è un’esperienza drammatica, e provoca intense e imprevedibili emozioni, che possono variare dalla rabbia intensa alla vergogna, dalla tristezza all’angoscia, al risentimento.
E’ spesso un episodio devastante per la persona ferita, che sconvolge la percezione di sé stessi, della propria relazione di coppia e del proprio partner. Dall'altra parte, il partner coinvolto nel tradimento, sperimenta un cambiamento nella percezione di sé come persona onesta e dei propri valori personali, prova spesso intensi sentimenti di colpa e confusione sulle cause che lo hanno portato al tradimento.
Come affrontare al meglio questo evento? Quali strategie relazionali e comunicative permettono di gestire questo cambiamento che coinvolge la coppia?
Il gruppo esperenziale permetterà di confrontarsi sulle dinamiche psicologiche e relazionali conseguenti al tradimento, permettendo ad ogni partecipante di sperimentarsi in role playning per gestire le emozioni conseguenti a questo evento.


Prenotazione obbligatoria - Posti Limitati

Alimentazione e adolescenza. Quando il cibo diventa un problema

Sabato 21/05/2011 dalle ore 16,00 alle 18,00
presso lo Studio di Psicologia situato in Via Italica, 75 Pescara


L'adolescenza è una fase critica del ciclo vitale della famiglia: in questo periodo di transizione possono instaurarsi disagi che coinvolgono non solo ragazzo, ma l'intero nucleo familiare.
Il rapporto con il cibo può diventare un problema, e si possono instaurare disturbi quali Anoressia, Bulimia o Obesità.
Gestire le dinamiche psicologiche sottese a questi disagi appare complesso, soprattutto per un genitore che quotidinamente si trova in conflitto con il figlio su questioni relative al mangiare. Interrogativi e dubbi invadono la loro mente "A chi posso rivolgermi? Ma come posso aiutare mia figlia? Ce la potrà fare da sola a a superare questo disagio?".
Il gruppo esperenziale permetterà di affrontare le tematiche principali relative ai Disturbi dell'Alimentazione, fornendo uno spazio dove potersi confrontare e sperimentare in modalità e strategie nuove nella gestione dei conflitti e disagi nella relazione con figlio, che manifesta problematiche con il cibo.

Prenotazione obbligatoria - Posti Limitati

Gli Incontri saranno condotti dalle Psicologhe
Dr.sa Chiara Alcini- Carmela Di Blasio-Federica Mazzatenta

Per Info e Prenotazioni:
Tel.329-7795801
mail psicologa.alcini@gmail.com
http://www.psicologimip.it.

domenica 6 febbraio 2011

Rivalutare il primogenito


Diventare genitori può essere una delle esperienze più emozionanti ed intense della vita di una coppia. Sentimenti ambivalenti affollano la mente dei neo genitori: gioia, paura, dubbi, fanno sentire i futuri genitori da un lato orgogliosi e fieri del loro nuovo ruolo, dall'altro fragili, insicuri e pieni mille domande e pensieri.
Ma nonostante quello che si crede la felicità è pressoché totale? O forse no?
La magia di diventare genitori è una fase esaltante dell’amore coniugale, tuttavia, è fondamentale preparare un contesto altamente positivo al bambino affinché realmente si inserisca nel mondo che lo circonda, un mondo che inizialmente è rappresentato dal nucleo familiare per poi arrichirsi e completarsi con l’appartenenza alla società. Da molti anni oramai si è a conoscenza di quanto sia importante la prima fase di socializzazione, quella fase che permette la costruzione di un legame sicuro tra bambino e caregiver ( spesso la madre), fase che appartiene ai primi anni di vita ma che influenzerà l’”essere”del bambino per tutta per tutta la vita. Spesso i futuri genitori sono molto presi dal diventare mamma e papà per la prima volta, ma quando accade per la seconda?
Spesso chi diventa genitori per la seconda volta tende a sottovalutare le difficoltà che possono presentarsi con la gestione del primogenito, infatti, benché si parli quotidianamente della gelosia che il primo figlio manifesti apertamentene o velatamente, i tentativi di papà e mamma verso il coinvolgimento del primogenito sono più difficili del previsto.
In una società dove diventare genitori è sempre più spesso frutto di una pianificazione ragionata della coppia sembra importante non trascurare e non sottovalutare l’effetto psico/emotivo che ha o potrebbe avere l’arrivo di un fratellino o sorellina sul primogenito. Se l’arrivo del primo figlio per la coppia rappresenta la novità e la sorpresa, l’arrivo del secondo potrebbe sembrare una naturale conseguenza.
Ma non è così: ogni figlio dovrebbe essere una nuova esperienza, una nuova ed immensa emozione un nuovo impegno per la vita. Unica differenza è la presenza del primogenito, un bambino che per un certo periodo di tempo è stato figlio unico, che è abituato a considerare mamma è papà in maniera esclusiva, un bambino che non ha certo la consapevolezza di comprendere che l’amore di mamma e papà non diminuisce nei suoi confronti, ma è una amore che si moltiplica all’infinito, non ha la capacità di capire che il fratellino non è un usurpatore, ma un nuovo membro della famiglia. Il primogenito si trova a provare tutte queste inconsapevoli sensazioni che spesso i genitori definiscono “gelosia” verso il fratellino o sorellina, una gelosia che può portare il primogenito in modo manifesto o latente a provare rabbia, tristezza, infelicità. Qui entra in gioco la capacità dei genitori e di chi è più vicino al bambino di relazionarsi con il primogenito e di convolgerlo.Da qui nasce il suggerimento di rivalutare il primogenito, una specie di “manuale d’uso” un progetto di famiglia sul come coinvolgere il primo bambino nella nascita e accoglienza del fratellino che da lui potrebbe essere visto come “usurpatore”.
Le parolo chiave sono coinvolgimento, attenzione, ascolto, amore…..
Quando arriva i fratellino, che ha necessità di tante cure, per stanchezza o mancanza di tempo si tende a trascurare un pò il primo figlio, oppure si chiede un aiuto ai “nonni o zii …” per l’accudimento del primo figlio, spesso non ci si rende conto che il pensiero di un bambino potrebbe essere” LUI HA PRESO IL MO POSTO” con la mamma. Allora come fare?
Potrebbe essere positivo coinvolgere il primo figlio nell’accudimento del neonato, chiedendo a lui, aiuto e consigli. Spesso questa strategia fa sentire il bambino importante, utile, un tassello indispensabile per la mamma. Inoltre si possono ritagliare nella quotidianità momenti di condivisione tra i genitori e i figli. Ad esempio si può coinvolgere attivamente il papà (spesso molto preso dal lavoro) delegantolo con il neonato per avere un po’ di tempo madre/primogenito, e, nello stesso modo, è importante avere tempo per padre/primogenito, cosi come è indispendìsabile trascorre tempo genitori/primogenito, e poi tutta la famiglia insieme. Si devono ricostruire tutti questi spazi, dare il giusto ruolo e la giusta considerazione ad ogni sotto sistema componente il micro sistema famiglia che comunque fa parte del macro sistema società.
Ma che dire degli “esterni “ che vengono a conoscere il neonato, e che spesso si dimenticano della presenza del bambino più grande? Qualche frase come “ vogliamo far conoscere il “neonato” alla zia? Vieni vuoi presentarglielo tu il fratellino? Che dire di coloro che vengono per la prima volta a conoscere il neonato e portano lui un regalo? Il primogenito, soprattutto se piccolo 2,3,4,anni non sempre comprende perché tutto questo interesse verso il neonato e la sua conseguente esclusione. Occorre, parlare, spiegare che anche con lui è stato fatto lo stesso, coinvolgerlo nell’apertura del regalo. Spesso gli adulti sono portati a pensare che un bambino piccolo non comprende “certi” discorsi”, ma non è così.. Impariamo a non sottovalutare la capacità di comprensione di un bambino, dialogare con lui parlando in termini semplici e contenuti concreti. Curiamo ogni relazione nella famglia...avrà i suoi frutti!!!
Dr. sa Chiara Alcini
Dr.sa Carmela Di Blasio
Dr.sa Federica Mazzatenta

martedì 1 febbraio 2011

Il tradimento nella coppia



Il tradimento è la dura conseguenza di un rapporto di coppia in crisi da tempo. Tradire nel rapporto di coppia significa infrangere il patto di alleanza che i due partner hanno costituito tacitamente all'origine della loro storia. Si tradisce quando s'instaura una relazione al di fuori della coppia, ma si può tradire anche trasgredendo ad altre regole relazionali, come abbandonando il compagno/a in un momento di profondo bisogno, mentendo, dediacando il proprio tempo libero al lavoro o ad un hobby.
l tradimento diventa un argomento d'interesse per la coppia solo quando viene scoperto, cioè quando il "caso", una distrazione o una banale confessione mettono in luce il fatto avvenuto.
La rivelazione o la scoperta del tradimento è un’esperienza drammatica, e provoca intense e imprevedibili emozioni, che possono variare dalla rabbia intensa alla vergogna, dalla tristezza all’angoscia, al risentimento.
E’ spesso un episodio devastante per la persona ferita, che sconvolge la percezione di sé stessi, della propria relazione di coppia e del proprio partner. Si può avere la sensazione di non riconoscere la persona che si ha accanto e di non averla mai conosciuta realmente: si ha l’impressione di trovarsi accanto ad un estraneo. Dall'altra parte, il partner coinvolto nel tradimento, sperimenta un cambiamento nella percezione di sé come persona onesta e dei propri valori personali, prova spesso intensi sentimenti di colpa e confusione sulle cause che lo hanno portato al tradimento.
Con il tradimento la coppia esprime un disagio, un malessere che coinvolge lui, lei, ma soprattutto segnala un disagio della loro relazione.
Capita spesso che la coppia tenti di evitare l'intimità e la vicinanza con l'altro; o che cerchi di mantenere nascosti e segreti gli aspetti conflittuali: il rapporto è mantenuto rigidamente stabile, diventando un “rapporto come se”..andasse tutto bene"; o ancora i patner possono ritrovarsi quotidianamente a discutere e litigare, esplicitando un conflitto in cui i figli si ritrovano risucchiati; o altre volete può mancare o essere insoddisfacente il rapporto sessuale..
Nel suo cammino la coppia perde il piacere di ritrovarsi, di rincontrarsi, di ascoltarsi, di parlarsi..i partner smettono di emozionarsi a vicenda e cercano di riattivare, attraverso la litigiosità e la conflittualità, antiche emozioni e tensioni. Ma queste emozioni, pur nascondendo il desiderio di voler ritornare a stare bene con il proprio compagno, non trasmettono amore, e non inducono a far tornare ad entrambi la voglia di ricercarsi.
Ed è in questi momenti che prende il via il progetto di tradimento..una dinamica relazionale di un evento che coinvolge due persone, un evento deciso, inconsapevolmente, da entrambi. É come se la coppia mandasse una sua parte a provare "ricaricare le batterie" con qualcuno che è disponibile. Chi tradisce cerca qualcosa in una relazione, extra-coniugale, che non trova nella relazione che sta vivendo. E così il tradimento è una fuga dai problemi quotidiani o un tentativo maldestro di risolvere un'impasse, di spezzare la routine quotidiana di abitudini.
Ma si può superare un tradimento?
Quando in una relazione sentimentale si tradisce, inevitalmente nella coppia manca uno dei suoi aspetti fondanti: affettività, sessualità, socialità.
Scoperto il tradimento, si può attingere a risorse personali e relazionali per affrontare questo doloroso evento paranormativo. Le risorse cui ci si riferisce potrebbero essere l'autostima personale, ossia più è alta, più è probabile l'accettazione; l'impegno di coppia a mantenere l'unione nei momenti difficili; la capacità di mettersi in discussione e di vedere le cose da punti di vista diversi, che aiuta a evitare attribuzioni di colpa esclusivamente al "traditore", ed a favorire la ricerca di una soluzione efficace, ed altre ancora.
È come se la coppia con il tradimento si trovasse di fronte ad un bivio: la coppia deciderà quale strada prendere: quella nuova e tortuosa da affrontare in due, "alla ricerca dell'amore dimenticato" oppure salutarsi e imboccare strade diverse.


Dr.sa Chiara Alcini
Dr.sa Carmela Di Blasio
Dr.sa Federica Mazzatenta

venerdì 21 gennaio 2011

La separazione



Un tempo la separazione era considerata un disonore: il matrimonio rappresentava un valore sacro, e qualsiasi cosa accadesse la coppia, nella buona e nella cattiva sorte, doveva rimanere insieme, e portare in piena solitudine il peso di una rapporto poco gratificante, dove erano presenti poche aree di piacere, di interesse, poca buona vita insieme e pochi giochi.
Nel tempo la visione della separazione si è modificata, anzi, ahimè, troppo spesso ci si trova di fronte a coppie separate anche solo dopo pochi mesi dal matrimonio.
Il divorzio o la separazione sono, per definizione, sono eventi traumatici, infatti nessun matrimonio sereno finisce con la separazione: si tratta quindi dell’epilogo doloroso di una situazione estremamente complessa.
I motivi che spingono una coppia a separarsi possono essere molteplici; e quando la salute della coppia è gravemente compromessa dal disaccordo, quando tutti i tentativi fatti per ricostruire il legame non hanno avuto esito positivo, a volte la separazione può essere l'unica soluzione.
E con la separazione i coniugi si trovano a fare i conti sia con la chiusura di una storia d’amore, questione di per sé già abbastanza difficile; sia con la fine di un progetto di vita creato a fianco di una persona, e su cui si è investito molto a livello affettivo, emotivo, relazionale, ma anche nei piccoli momenti della vita quotidiana.
Ed ecco che le conseguenze di un divorzio toccano quasi tutti i lati della nostra esistenza. Sul piano psicologico il divorzio è considerato una perdita affettiva importante che racchiude in sé tante altre perdite (economiche, pratiche, sociali, familiari, ecc), ed in quanto tale è in grado di scuotere in modo profondo l'identità e l'autostima.
La dinamica relazionale della separazione coinvolge entrambi i partner. Da un lato, la persona che decide di interrompere la relazione si trova a fare i conti con il peso della responsabilità della decisione, e la sua mente è invasa dal dubbio di aver fatto la scelta giusta, e dai sensi di colpa; dall'altro, chi viene lasciato, emotivamente maggiormente coinvolto, vive una dolorosa esperienza di abbandono e di rifiuto che può intaccare in modo molto profondo l'autostima e la fiducia nell'amore e nel futuro. Talvolta il dolore è feroce, parlizza e anienta, può togliere il sonno e l'appetito, oppure al contrario fa mangiare e dormire senza tregua; ma ognuno di noi nella propria vita ha sperimentato il sollievo e la lenta cura del tempo. Quando il lutto che consegue la fine di un rapporto significativo viene superato, si è in grado attribuire nuovi significati alla passata relazione, dando valenze diverse a situazioni che ci apparivano insuperabili. Tutte i rapporti, anche quelli più negativi e più autodistruttivi, hanno qualcosa da insegnarci, anche solo a diventare più consapevoli dell'importanza della propria serenità personale.
E quando nella separazione ci sono i figli?
Ciò che rende però ancora più delicata la separazione è la presenza dei figli. La coppia coniugale non esiste più, ma la coppia genitoriale sarà presente per tutta la vita. È proprio in questa fase che i genitori dovrebbero salvaguardare il benessere dei figli, ed essere forti e capaci di far sentire la loro unione genitoriale. Sicuramente non è facile superare la delusione, la sofferenza, la rabbia ed il fallimento di non essere riusciti a far durare il matrimonio. Certo è che tutto questo non deve pesare gravosamente sul figlio. Ciascun genitore dovrebbe evitare di inserire il figlio nel conflitto con il partner, così come sarebbe auspicabile che il bambino o ragazzo si sentisse libero di passare il proprio tempo con la mamma o con il papà. Sicuramente parlare con i figli, rassicurarli, fornire loro uno spazio di ascolto empatico e accogliente da condividere con entrambi i genitori, permetterà al ragazzo o bambino di percepire quella base sicura cui far riferimento nei momenti di difficoltà.
Cari genotoro non dimentichiamoci che nostro figlio è il frutto dell'amore di una coppia che ora non c'è più, ma questo frutto va comunque accudito, cresciuto con lo stesso amore e la stessa serenità.




Dr.sa Chiara Alcini
Dr.sa Federica Mazzatenta
Dr.sa Carmela Di Blasio

giovedì 13 gennaio 2011

Mio figlio adolescente....che caos in famiglia


Essere genitori è il lavoro più complesso che ci troviamo a dover svolgere nella nostra vita, e lo diviene ancora di più quando i figli sono adolescenti.
Relazionarsi con loro non è certo quanto di più facile esista al mondo. Gli adolescenti, infatti, si trovano in una fase delicata di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta, in cui si producono profondi cambiamenti fisici, psicologici, relazionali e sociali.
Le modificazioni che avvengono nei ragazzi nel periodo adolescenziale inevitabilmente investono anche la relazione fra genitori e figli e l'intera organizzazione familiare.
L'adolescenza è dunque un periodo che spesso “mette in crisi” non solo gli stessi adolescenti, ma anche i loro padri e le loro madri, assillati, proprio in questa fase della vita, da dubbi e domande sul proprio ruolo educativo.
I genitori, spesso si rivolgono a psicologi, psicoterapeuti, medici, amici e talvolta anche a parroci, per cercare uno spazio empatico di ascolto e di supporto, delle indicazioni sulle linee guida o strategie da seguire per aspetti che riguardano la loro figlia/o divenuta ultimamente ingestibile. Frequentemente descrivono l'inizio di una metamorfosi che li lascia impreparati e confusi.
...“ Ha nuovi amici con cui esce il pomeriggio, alcuni li conosciamo, altri no. Le sue richieste di libertà sono per noi difficili da accettare, se gli chiediamo di parlare e di confidarsi rimane in silenzio oppure va nella sua camera, perché dice che tanto non capiremmo i suoi pensieri ed i suoi desideri. A volte ha degli atteggiamenti aggressivi ed eccessivi nei nostri confronti. Non riusciamo più ad avere nessun controllo, sembra poi che io sia diventata per lei un nemico da affrontare. Le parlo ma a volte mi sembra sia meglio tacere e lasciare perdere. Anche con suo padre i rapporti sono tesi e mio marito è scoraggiato perché vede un muro tra se e la figlia.
Questa situazione ci sta un po' disorientando e non sappiamo come comportarci”.
A questi pensieri seguono i mille interrogativi che invadono la loro mente.
" Com’è che i figli, a partire dall’adolescenza, cambiano così tanto? Sono forse gli amici, la compagnia, la scuola a cambiarli? Come bisogna reagire ai loro comportamenti? Bisogna essere coerenti come genitori è cioè stare fermi sulle proprie decisioni? Ma è vero che anche i genitori devono cambiare? Ma in cosa ho sbagliato? ".

Ma per comprendere meglio questo periodo, bisogna allargare lo zoom sull'intero nucleo familiare, e considerare la metamorfosi che avviene nell'organizzazione relazionale della famiglia in questa delicata fase del ciclo vitale chiamata periodo centrale del matrimonio.
La famiglia deve essere in grado di promuovere il cambiamento in tempi brevi rispetto ai periodi precedenti. La metamorfosi infatti è repentina e vistosa; investe in primo luogo il corpo fisico dell’adolescente, e poi, con altrettanto potere trasformativo, l’intero corpo familiare. Deve dunque avvenire una ristrutturazione delle modalità relazionali con i propri figli: il rapporto adulto- bambino si deve trasformare in quello adulto-adulto, ma sempre all’interno della relazione specifica genitore-figlio.
Ciò significa che i genitori pur dovendo mantenere ancora l'importante ruolo educativo fornendo regole e valori, dovranno iniziare a lasciare ai ragazzi una maggiore autonomia; cercando di mantenere con il figlio uno spazio di condivisione, ascolto e comunicazione empatica e non giudicante.
Se guardiamo l'adolescenza con gli occhi del ragazzo, inevitabilemente dobbiamo considerare la valenza che questo periodo ha nella sua crescita e formazione. Incosciamente, il ragazzo vive l'adolescenza con sentimenti ambivalenti: se da un lato desidera essere adulto e autonomo, dall'altro ha bisogno ancora della guida dei genitori. È come se si ritrovasse ancora "bambino" in un corpo da adulto.
In questa fase di ribellione egli frequenta maggiormente i coetanei, si crea nuove amicizie; si sperimenta all'interno di relazioni sentimentali; inizia a confrontare le regole ed i valori della famiglia con quelli del mondo esterno, e a mettere in discussione regole e miti familiari.
Per un adolescente gestire questa complesso intreccio di cambiamenti fisici, psicologici e relazionali non sempre è facile, ed è proprio in questo periodo che possono insidiarsi i primi segni di disagio giovanile, che, se preventivamente decodificati, possono essere facilmente superati.
Dal punto di vista dei genitori questo periodo li porta a dover gestire momenti di forte conflittualità familiare, in cui esiste il rischio che il rapporto genitori-figli possa bloccarsi, senza che ne l' uno ne l’altro siano in grado di ristabilirlo.
Nella fase centrale del matrimonio inoltre c'è una focalizzazione sia sui temi della vita coniugale che su quelli della carriera lavorativa. La coppia coniugale in questo periodo ha maggior tempo da dedicare a sè stessa: finalmente inizia a riappropriarsi di spazi fin'ora occupati dai loro figli. Questo cambiamento non sempre viene vissuto con serenità poichè può accadere che, immerse escusivamente nel ruolo genioriale, la coppia non si riconsoce più come tale. A livello lavorativo, può accadere che il marito o la moglie di solito si trovano in un periodo della loro carriera in cui o ci si accorge di non aver realizzato le aspettative giovanili e per questo insorge l'insoddisfazione che si ripercuote sulla famiglia e nel rapporto di coppia; oppure al contrario si può essere arrivati all'apice della carriera, ci si sente più attraente e seducenti, ma il partner si relaziona a noi con le stesse modalità relazionali.
Spiegare in poche righe il mondo celato dei cambiamenti adolescenziali è impresa impossibile, certo è che coglierne gli aspetti principali permette di affrontare con maggiore consapevolezza e sicurezza un periodo delicatissimo della vita familiare. L'essere genitori è un' arte che ognuno impara per tentativi ed errori.



Dr.sa Chiara Alcini
Dr.sa Carmela Di Blasio
Dr.sa Federica Mazzatenta

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giovedì 6 gennaio 2011

La magia di essere innamorati


Chi si somiglia si piglia o gli opposti si attraggono...Quante volte abbiamo sentito ripetere queste frasi, e quante altre volte ci siamo ritrovati a pensare in che modo si crea quell' alchimia che porta due persone a stare insieme per un breve periodo o per tutta la vita.
Tuttavia una scelta così complessa nasconde un processo che coinvolge non solo noi singole persone/individui, ma l'intero contesto familiare e culturale in cui siamo cresciuti.
Ogni persona ha una propria storia, delle vicende che hanno segnato la propria esistenza. Siamo nati all'interno di una famiglia, dove i nostri genitori ci hanno accudito e cresciuto con specifiche modalità di attaccamento; pian piano siamo cresciuti, abbiamo sperimentato l'autonomia nelle relazioni con gli altri, o al contrario abbiamo combattuto per avere un' indipendenza al di fuori della propria famiglia.
E dopo anni ci troviamo nel mondo degli adulti: questo mondo che a pensarci ci appariva così lontano, e invece eccoci qui..cosa farò ora? Riuscirò a realizzare i miei progetti? Troverò l'uomo o la donna della mia vita con cui costituirò una famiglia?
Interrogativi su interrogativi attraversano la mente delle persone, le paure legate al futuro sono forti, da un lato c'è il desiderio e la voglia di crescere, dall'altro il timore e la paura.
Questa fase del ciclo vitale viene definita periodo del corteggiamento, e si caratterizza per il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Il giovane deve apprendere delle competenze relazionali e utilizzarle nella sua vita sociale, distaccarsi, fisicamente ed emotivamente, dalla famiglia di origine per affrontare esperienze di studio, lavorative e sentimentali.
È in questa fase che si inizia a sperimentare la relazione con l'altro sesso. La scelta del partner, la possibilità di trovare la persona giusta, dipende da molteplici aspetti. Tra questi ruolo importante è costituito dall'immagine che ognuno di sè stessi; una buona percezione di sè aumenta il livello di autostima, costituisce una delle basi del benessere e influenza la relazione con l'altro.
Altro aspetto importante riguarda il grado di autonomia e di differenziazione raggiunto dalle proprie famiglie. Lo svincolo è un processo bidirezionale che deve avvenire sia da parte dei genitori che riconoscono adulto un figlio, sia da parte del figlio che ha raggiunto buoni livelli di autonomia a livello affettivo, sociale ed economico. Anche il livello di soddisfazione raggiunto nella propria vita, e la presenza di relazioni significative sono aspetti che facilitano la relazione con l'altro.
Cosa ci spinge a scegliere una persona come partner della nostra vita?
L'innamoramento o la scelta del partner è scarsamente legata alle caratteristiche fisiche della persona amata. Vediamo spesso, infatti, come pur rimanendo queste caratteristiche inalterate l'amore finisca e la coppia si rompa. Dunque, le persone si innamorano dell'immagine che l'altro ci rimanda di noi, e dell'immagine che a lui rimandiamo, e da questo intreccio e scambio di immagini nasce la relazione, e si forma la coppia. Coppia che, tuttavia, è costituita non solo da lui e lei, ma anche dal modello di coppia che ha lui e le sue aspettative, e il modello di coppia che ha lei e le sue aspettative.
Scegliamo dunque quelle persone che sembrano soddisfare le nostre aspettative, i nostri bisogni reconditi, che sembrano possedere quelle caratteristiche relazionali con cui abbiamo familiarizzato nell'infanzia. Condividiamo con l'altro momenti speciali ed importanti, un amore profondo, uno spazio sociale ed un'intimità sessuale.
Il periodo dell'innamoramento è un momento magico per la coppia, in cui si percepisce l'altro come la persona perfetta, l'uomo/donna della propria vita. Guardiamo tutto con gli occhi dell'amore, e accecati da questo forte sentimento potremmo avere la tendenza di idealizzare l'altro, percependolo in modo diverso da quello che è.
Talvolta questa idealizzazione può costituire un fattore di rischio per la crisi di coppia: la realtà può apparire diversa da qualla immaginata. E quando avviene ciò dovremmo essere pronti a riaprire l'album dei ricordi della coppia, e fare un viaggio indietro nel tempo, e rivivere la magia del primo incontro, del primo bacio, del primo viaggio e di tutte quelle situazioni che hanno fatto crescere la coppia giorno dopo giorno. Forti di queste emozioni cercare di affrontare il presente, custodendo in un cassetto segreto le idealizzazioni.
Dr.sa Chiara Alcini
Dr.sa Federica Mazzatenta
Dr.sa Carmela Di Blasio